Dott. Sergio Cozzi
Quando un conoscente o una persona cara perde la vita per malattia, nasce il dubbio che i progressi scientifici non abbiano modificato più di tanto le possibilità di guarigione, soprattutto nei casi più gravi. Eppure la vita media è sensibilmente aumentata sino agli 83 anni attuali ponendo l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Spagna.
Invero negli ultimi decenni sono stati apportati miglioramenti nelle diagnosi e nei trattamenti delle patologie più frequenti dei quali talvolta non si ha sufficiente conoscenza.
Per citare solamente alcuni esempi senza addentrarci in tutti i campi della Medicina:
- Le indagini radiologiche. A partire dai primi anni del secolo scorso e per i decenni successivi, la radio diagnostica si è basata sull’utilizzo dei raggi x, le famose “lastre”. Dagli anni 70 sono entrate in uso corrente TAC, Risonanza Magnetica, Medicina Nucleare etc. che hanno consentito di individuare piccole imperfezioni/lesioni degli organi esaminati, non visibili coi mezzi diagnostici precedenti. Se oggi è possibile la diagnosi precoce delle neoplasie (la cosiddetta prevenzione secondaria dei tumori che consente una migliore curabilità e guaribilità), è solo grazie a questi strumenti.
- In parallelo anche la cura delle più frequenti cause di morte dopo i 65 anni, cioè malattie cardiovascolari e neoplasie, si è avvalsa di cambiamenti fondamentali.
- Negli anni 60 i pazienti colpiti da infarto miocardico rimanevano allettati per un mese e oltre in Reparti di Medicina Generale; circa 1/3 di essi decedeva durante il ricovero, quasi sempre per aritmie cardiache non tempestivamente trattate. A partire dagli anni 70 le Unità di Terapia Intensiva Coronarica, grazie al monitoraggio continuo dei pazienti, hanno ridotto la mortalità intra-ospedaliera del 50% e consentito, attraverso una precoce riabilitazione cardiologia un migliore recupero dei pazienti. Successivamente, grazie alla conoscenza che gran parte degli infarti sono causati da trombosi coronarica, cioè dalla chiusura di una arteria coronaria a livello di una placca aterosclerotica, si è passati dalla somministrazione endovena di farmaci atti a “sciogliere” il trombo, all’angioplastica. Procedura quest’ultima che consiste nell’inserimento, nella coronaria in questione, di un catetere dotato alla sua estremità di un palloncino; gonfiandolo si ottiene la dilatazione dell’arteria nel punto di ostruzione permettendo così al sangue di raggiungere nuovamente il muscolo cardiaco. In tal modo un paziente con infarto miocardico acuto, ricoverato in tempi rapidi, ha salva la vita e minimizzati i danni permanenti al cuore, consentendo un recupero più sollecito e completo anche delle normali attività.
- Una nuova era delle terapie oncologiche si è aperta grazie all’immunoterapia. Partendo dal presupposto che il sistema immunitario è in grado di attaccare anche le cellule tumorali con una modalità simile a quella riservata a batteri e virus e compreso che il tumore riesce a sfuggire a tale attacco rendendo le sue cellule irriconoscibili, sono stati sintetizzati farmaci in grado di “smascherarle”. Quindi l’immunoterapia, a differenza della chemioterapia non agisce direttamente contro la neoplasia, bensì ripristinando la capacità del sistema immunitario del paziente. Questa diversa modalità di azione richiede tempi più lunghi, ma ha ottenuto risultati decisamente migliori (talvolta anche associata alla stessa chemioterapia). Pazienti con melanoma metastatico e/o inoperabile, sono in buona salute distanza di anni dall’inizio della immunoterapia, analogamente a pazienti portatori di cancro del polmone metastatico. Grazie alla disponibilità di nuovi immunoterapici questo approccio terapeutico si va estendendo anche ad altri tipi di tumore.
Il futuro prossimo in questo campo è rappresentato dal vaccino anticancro che viene prodotto specificamente per il singolo paziente e non è adattabile ad altri. La maggiore affinità con le cellule tumorali di quel paziente lo rende ancora più potente della immunoterapia da sola. I primi studi ne stanno dimostrando l’efficacia.
In conclusione, il progresso scientifico in ambito sanitario ha realmente cambiato in meglio la storia di molte malattie e promette, anche grazie a nuovi mezzi, quali ad esempio l’Intelligenza Artificiale, di migliorare ulteriormente la durata e la qualità della nostra vita.