Vai al contenuto
Home » Notizie » Convegno Amici dell’Oncologia

Convegno Amici dell’Oncologia

Locandina del convegno

Lo scorso 4 novembre si è tenuto, presso il bellissimo Hotel Dino di Baveno, il convegno annuale dell’Organizzazione di Volontariato Amici dell’Oncologia. Il convegno si è tenuto in ricordo della Dottoressa Annalisa Luraschi, Ematologa e Oncologa, per tanti anni nella nostra ASL.

Le tematiche di quest’anno sono state infatti “Carcinoma del colon e Leucemia Linfatica Cronica“, con la partecipazione di insigni specialisti sia della nostra ASL che della Regione.

Saluti

Dopo l’introduzione del Dott. Montanara, la parola è passata alla Presidente Dott.ssa Buscaglia, che ha presentato il campo di attività dell’Associazione, che da anni opera per un apporto concreto alle necessità dei pazienti, grazie alla donazione all’ASL VCO di dispositivi e strumentari tecnologicamente avanzati per la diagnosi e cura delle patologie oncologiche, ma soprattutto grazie ai Volontari che danno sostegno ai pazienti ricoverati in Reparto e nei Day Hospital oncologici, nonché con vari servizi direttamente a beneficio dei pazienti: il servizio di Estetica Oncologica, i trasporti, il trattamento del linfedema, il supporto nutrizionistico.

In questi mesi inoltre si sta sviluppando il Progetto Famiglia Fragile della Rete Oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta, di cui gli Amici dell’Oncologia sono Associazione capofila nella nostra ASL, per dare un supporto a quelle persone che, vivendo già situazioni personali e familiari di difficoltà, si trovano ad affrontare il tumore in condizioni ancor più precarie per sé e per i propri cari.

I saluti ufficiali e il ricordo di quanto importante sia stata la Dott.ssa Annalisa Luraschi per la nostra ASL, sono stati portati dal Dott. Lillo, Presidente dell’Ordine dei Medici del VCO, e dalla Dott.ssa Ossola, Direttrice Sanitaria dei Presidi Ospedalieri, in rappresentanza della dirigenza dell’ASL VCO.

Temi

I temi del convegno si sono incentrati sul campo delle nuove frontiere scientifico-tecnologiche su tutto l’ambito delle cure oncologiche, in particolare per le neoplasie del colon-retto.

Le fasi di screening e diagnosi precoce sono state illustrate dal Dott. Facciotto ha illustrato l’impegno del servizio di Endoscopia di Verbania e Domodossola che dirige, e i Direttori della Radiodiagnostica della nostra ASL (Dott. Tranchini) e della Medicina Nucleare di Novara (Dott. Sacchetti) hanno posto l’accento sull’impatto sempre maggiore dell’Intelligenza Artificiale nella diagnostica radiologica.

La sempre maggior importanza che rivestono le nuove conoscenze genetiche e biomolecolari, dalla diagnosi istologica dei tumori (illustrata dalla Responsabile del Servizio di Anatomia Patologica Dott.ssa Leutner) sino al momento del trattamento medico del paziente, ove il Dott. Franchini, Primario dell’Oncologia di Verbania, e i suoi collaboratori Dott. Massafra e Dott. Giuli, hanno sottolineato il costante aumento di sopravvivenza e miglioramento della qualità di vita: sia per il progressivo aumento delle guarigioni complete, ma anche perché oggi si riesce a puntare sempre più su stabilizzazione e cronicizzazione di malattia. E questo grazie a cure sempre più mirate e “tagliate” sul paziente e sugli aspetti molecolari della malattia, grazie a chemioterapie, immunoterapie e terapie a bersaglio molecolare, la cui combinazione e integrazione ha l’ambizioso obiettivo di portare il paziente non solo a vivere di piú ma a vivere meglio.

Analoghe tematiche sono state affrontate dal Prof. Gaidano, Direttore dell’Ematologia Universitaria di Novara, che ha tenuto la lezione magistrale del convegno sulla Leucemia Linfatica Cronica, ove i nuovi farmaci immunologici e a target molecolare hanno rivoluzionato le cure anche di questa patologia ematologica.

Complessità Organizzativa

Altro aspetto toccato nel convegno è stato quello della complessità organizzativa in campo medico e oncologico in particolare, ove l’approccio multidisciplinare, la condivisione e integrazione delle competenze e professionalità è divenuto un cardine imprescindibile.

Ciò è stato sottolineato dagli interventi del Prof. Comandone di Torino, CoDirettore della Rete Oncologica, di cui ha illustrato i compiti di coordinamento scientifico, operativo e istituzionale; del Dott. Leone, Direttore dell’Oncologia di Biella, circa gli aspetti organizzativi del follow-up con particolare attenzione agli stili di vita; e del Dott. Zonta, Direttore della Divisione di Chirurgia dell’ASL VCO, che ha sottolineato l’importanza dei percorsi terapeutici multidisciplinari in cui la chirurgia si integra con sempre maggior efficacia.

Interessanti interventi sono stati anche ‒ proprio a sottolineare la sempre più stretta integrazione multidisciplinare ‒ quelli del Dott. Mondino, Direttore delle Malattie Infettive di Verbania, sull’importanza della vaccinazione anti-Herpes Zoster, soprattutto nei soggetti immunodepressi, e della Dott.ssa Gatto, Coordinatrice Oncologica a Verbania che ha illustrato le innovative tecniche Rx-free di posizionamento dei cateteri venosi per la chemioterapia.

La chiusura del convegno è stata affidata al Prof. Bertetto di Torino, già Direttore della Rete Oncologica e ora nel Consiglio Direttivo della FAVO, che ha parlato delle scelte etiche cui gli operatori sanitari sempre si trovano a dover affrontare e gestire, con valori di riferimento che cambiano in tempi e luoghi diversi.

Bioetica

Dal “primun non nocere” degli albori della Medicina, si è passati alla possibilità di controllare la malattia e addirittura di prevenirla: con il progresso tecnico-scientifico si è passati dal principio di non-maleficenza a quello di beneficenza, che ha trascinato con sé il concetto (e la pratica) del paternalismo medico.

A Norimberga abbiamo drammaticamente conosciuto le motivazioni “scientifiche” ed “etiche” per acquisire conoscenze utili per la “razza superiore”, per le quali venivano utilizzati i prigionieri delle “razze inferiori”, esseri meno che umani. Ma proprio da qui nasce il Codice di Norimberga, e nasce il consenso informato: da allora nella pratica medica, non si effettua più alcun trattamento sulla persona senza il suo consenso. Informazione e consenso portano dalla medicina paternalistica alla medicina relazionale e al concetto di alleanza per la cura.

Negli ultimi decenni si è poi imposto il principio della corretta utilizzazione della risorse umane ed economiche per distribuirle secondo giustizia. Quindi un principio non economico ma etico.

E si è infine arrivati al concetto di vulnerabilità, che riguarda quei soggetti che, colpiti da una malattia, hanno esiti peggiori di chi non presenta debolezze o fragilità (familiari, psichiche, sociali, lavorative, economiche, presenza di altre malattie o barriere linguistiche…): quindi trattando queste persone come tutti gli altri, non si compie un’azione giusta ma si crea disuguaglianza.

Si delineano quindi sempre meglio i 5 principi moderni della bioetica: dalla non-maleficenza alla beneficenza, dall’alleanza col paziente alla giusta allocazione delle risorse, sino alla considerazione e anzi valorizzazione di fragilità e vulnerabilità.

Ecco cosa separa l'”etica dell’intenzionalità” dall'”etica utilitaristica”: per quest’ultima ció che conta é il risultato. fare il bene per il maggior numero di persone possibile senza chiedersi se si stia facendo la cosa veramente giusta o no. “Etica dell’intenzionalità” vuol proprio dire invece capire se si sta facendo la cosa giusta, perché e per chi la stiamo facendo. Ciò deve portarci al rispetto delle persone e dei valori etici che ci siamo dati, e con particolare riferimento a chi ha necessità di cure, nella considerazione non solo delle problematiche cliniche, ma anche del vissuto e della vulnerabilità di ciascuno.

Conclusioni

A nome degli AdO vi è stato infine il saluto del Dott. Cozzi, già Presidente e ora VicePresidente dell’Associazione, con un nuovo richiamo etico alla Dott.ssa Annalisa Luraschi, per tutto quello che è stata come persona e come medico, ancora riferimento di tutti per l’agire umano e professionale di ogni giorno.